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Ricette utili per i cavalli
e
FienoFieno :


Fieno
Pascolo/Prato
Sulla

Fieno

Pastoni, impacchi et similia:

Pratica
Cavallo magro, per farlo ingrassare
Cavallo stanco
Cavallo costretto a rimanere in box
Per problemi digestivi
Antidiarroici
Contusioni e dolori
Problemi bronchiali
Problemi oculari

Cura dello zoccolo 

 Titolo originale dell'opera: "Horse Management".

 

"Pastoni e farine

La maggior parte delle persone danno ai loro cavalli un turno di riposo
alla domenica e una miscela di crusca, che e' un blando lassativo, ogni
sabato sera: questa e' una pratica che fareste bene ad imitare.

Per fare un pastone a base di crusca mescolate circa 1300 gr. di crusca con
acqua bollente, versando l'acqua sopra di essa; mescolate fino ad ottenere
un morbido impasto aggiungendo anche dei sali di Epsom (circa una
manciata), coprite il recipiente e lasciatelo per circa un quarto d'ora,
cioe' finche' e' abbastanza freddo da potersi mangiare.

Questo pastone dovrebbe essere somministrato al cavallo come ultimissima
profenda, con l'accortezza di prepararlo sul momento e non troppo tempo prima.

 

Se avete un cavallo che e' diventato molto magro, il miglior modo di farlo
ingrassare e' di nutrirlo una sera si' e una no, di notte, con un pastone
di semi di lino e crusca. Fate bollire a fuoco lento 650 grammi di semi di
lino per circa tre ore, finche' i grani diventano completamente molli: fate
in modo che quando i semi sono cotti ci sia ancora nella pentola un livello
di acqua tale da poterci immergere 900 gr. di crusca. Rimescolate il tutto
come se faceste un semplice pastone di crusca. Piu' denso e' l'impasto,
piu' il cavallo lo gradira'.

Un altro modo di servire i semi di lino e' di fare una gelatina da
mescolare, in quantita' di circa 250 grammi, con la normale razione
quotidiana. Per far cio' fate cuocere i semi di lino molto lentamente per
parecchie ore (rimescolandoli ad intervalli regolari per impedire che si
attacchino alla pentola) finche' si forma una specie di gelatina che ha la
consistenza dell'amido.

Lo stesso risultato si ottiene se lasciate i semi di lino a bagno
ventiquattro ore. Togliete l'acqua, conosciuta come the di lino, e
mescolate pure con gli altri cibi ordinari perche' e' ricca di sostanze
nutritive.

 

Per un cavallo che arriva stanco da un lungo giorno di lavoro, non c'e'
nulla di meglio di un pastone di semi di lino o di avena.

Il pastone di semi di lino e' fatto nello stesso modo di quello descritto
poc'anzi, senza aggiunta di crusca. Si cuociono direttamente i semi di lino
e poi si filtrano con un panno di mussola per eliminare i semi e per
somministrare il residuo come liquido prima che diventi gelatina.

Per fare il pastone di avena, versate acqua bollente sulla farina d'avena e
lasciate raffreddare. 900 gr. di farina e due galloni di acqua, con un po'
di sale comune, formano la giusta proporzione. Non c'e' bisogno di
aggiungere il sale alla razione ordinaria, ma un po' di sale si potrebbe
sempre lasciare nella mangiatoia, a disposizione del cavallo per i momenti
in cui egli ha voglia di leccarlo."

 

Tratto da:" La psicologia, la cura e l'uso del Cavallo
Le scuole, la forma fisica e la psicologia del Cavaliere"
Autore: Vincenzo De Maria
Editore: Demetra S.r.l.

Crusca se si muove poco:

La crusca può essere utilizzata come base di un pastone per cavalli costretti dal cattivo tempo o da qualche malanno a rimanere chiusi in scuderia per alcuni giorni, e che quindi possono aver bisogno di un'alimentazione blandamente lassativa ed energica senza per questo appesantire lo stomaco.
Basta riempire per metà un secchio di crusca (arricchendola eventualmente con una manciata di sale o di avena) e quindi bagnarla con acqua bollente fino a renderla friabile. Aspettate che il pastone si sia poi raffreddato prima di somministrarlo al cavallo.


 

Preparati medicinali utili in diverse occasioni; sono ricette che possono essere preparate in casa e sostanzialmente naturali. Alcune di esse poi sono vecchie ricette abbandonate perchè sostituite con preparati sintetici prodotti dall'industria farmaceutica. Ve le riproponiamo e per la loro efficacia e perchè hanno quel fascino di un'antica saggezza di uomini di cavalli.
Le ricette sono tutte facilmente realizzabili in casa con prodotti acquistabili in erboristeria o in farmacia, in taluni casi addirittura in drogheria o...dal fruttivendolo.
Preparare da sè i medicamenti, inoltre, credo aumenti ancora di più il rapporto con il proprio animale e, in ultima analisi, dà ancora più soddisfazione.
Le ricette sono volutamente tutte blande, sono state evitate quelle con controindicazioni o con dosaggi particolari. Chiedete comunque comunque consiglio al vostro veterinario, anche in relazione ad altre terapie che il vostro cavallo sta eventualmente seguendo in quel momento.

Per problemi digestivi:

Raggruppiamo qui i preparati utili per aiutare la defecazione e regolare l'intestino, si tratta di blandi purganti naturali, utili in diverse occasioni

MASCH: pastone largamente usato in Inghilterra per combattere la stitichezza dei cavalli.
Con esso si sostituisce per qualche giorno il pasto serale.
Ingredienti:
1 L di farina d'orzo,
2 L di avena,
3 L di crusca,
1/4 di L di semi di lino
3 L di acqua calda
Preparazione: versate in un secchio capiente gli ingredienti e lasciate macerare tenendo coperto. Rimescolate prima di darlo al cavallo.
Uso e dosi: va dato al cavallo alla sera al posto del pasto, curando che sia ancora tiepido. Continuate per 2-3 giorni.
OLIO DI RICINO: si ricava da un'euforbiacea, Ricinus communis, e il potere purgante è dato dall'acido rinoleico che si libera nell'intestino tenue in seguito alla digestione della rinoleina, principale costituente di questo olio.
L'effetto lassativo è sempre piuttosto contenuto, anche perchè la peristalsi provvede ad eliminare l'eccesso di olio.
Ingredienti:
500 g di olio di ricino
50 g di alcool etilico
Preparazione: sciogliete l'olio nell'alcool mescolando con cura.
Uso e dosi: somministratelo per mezzo di un cucchiaio una volta in caso di stitichezza.

 
 

Antidiarroici:

In questo caso, invece, si tratta di preparati che hanno la funzione diametralmente opposta e servono per bloccare diarree lunghe e fastidiose.
Sono quindi preparati astringenti.

PASTA DI QUERCIA: La corteccia della quercia contiene una certa quantità di tannino, che ha un notevole potere astringente. La sua polvere viene perciò usata per preparare una pasta da dare al cavallo qualora soffra di diarrea.
Ingredienti:
50 g di corteccia di quercia in polvere,
50 g di semi di lino in polvere,
50 g di altea in polvere,
acqua quanto basta.
Preparazione: mescolate con cura tra loro gli ingredienti fino ad ottenere una pasta piuttosto densa.
Uso e dosi: va somministrata per via orale al cavallo in due volte, mezza dose per volta, a distanza di 8-10 ore.
PASTONE DI RISO E CRUSCA: Lo si dà al cavallo sofferente al posto della biada e costituisce un alimento gradito al cavallo e astringente grazie alla presenza dell'amido.
Anche questa ricetta si presta quindi in caso di diarrea.
Ingredienti:
2 kg di riso,
50 g di crusca,
4 litri d'acqua
Preparazioni: fate bollire il riso, e una volta cotto, aggiungete la crusca.
Uso e dosi: date al cavallo il pastone così ottenuto, comprensivo dell'acqua di cottura 2 volte al giorno prima del fieno.

 

Contusioni e dolori:

A questo gruppo appartengono quei preparati che servono per lenire dolori legati a contusioni o a reumatismi. Si tratta per lo più di linimenti con cui frizionare la parte o di impacchi da applicare.

TINTURA DI ARNICA:dai fiori e dal rizoma di Arnica Montana si estrae un olio essenziale con il quale si possono fare delle frizioni in caso di contusioni, distorsioni o reumatismi.
Ingredienti:
1 litro di alcool,
20 g di arnica,
Preparazione: lasciate in infusione l'arnica nell'alcool per 72 ore almeno, quindi filtrate la tintura e versatela in una bottiglia scura.
Uso e dosi: frizionate la parte dolente con un panno o del cotone imbevuto nella tintura una volta al giorno.
OLIO MENTOLATO: Il mentolo presente in questa ricetta ha un buon potere antisettico oltre a svolgere una funzione anestetica locale è perciò indicato oltre che per il trattamento sintomatico delle contusioni, anche come disinfettante per eventuali piaghe.
Ingredienti:
5 g di mentolo,
5 g di guajacolo,
10 g di canfora,
500 g di olio di ricino.
Preparazione: mescolate con cura tra loro gli ingredienti e conservate l'olio così ottenuto in una bottiglia scura.
Uso e dosi: frizionate la parte dolorante o tamponatela sulle piaghe una volta al giorno.
IMPIASTRO D'AGLIO: ricetta semplicissima, utile per lenire il dolore causato dall'artrite o dai reumatismi. Non ha potere curativo, ma serve solamente per lenire il dolore.
Ingredienti:
tanto aglio quanto basta a coprire la parte interessata.
Preparazione: tritate molto finemente l'aglio crudo fino ad ottenere una crema omogenea.
Uso e dosi: spalmate la crema d'aglio sulla parte e fasciatela. Tenete l'impiastro per 3-4 ore. Poichè l'aglio ha un certo potere vescicante, dopo l'applicazione risciacquate e pulite con cura. Aspettate 3 giorni prima di ripetere l'applicazione.
LINIMENTO: si presta molto bene per lenire il mal di schiena e i dolori renali. Va usato come olio per effettuare massaggi alla parte dolente.
Ingredienti:
1 kg di spirito saponato,
1 kg di spirito canforato,
150 g di tintura di arnica,
200 g di ammoniaca,
25 g di ioduro di potassio,
5 g di essenza di lavanda,
5 g di essenza di rosmarino.
Preparazione: mescolate tra loro energicamente gli ingredienti.
Uso e dosi: applicatelo sulla parte dolorante eseguendo un massaggio vigoroso in modo da far assorbire il linimento e far scaldare la parte. Fate un'applicazione al giorno.
UNGUENTO CANFORATO: anche questa ricetta serve a combattere i dolori reumatici, ma è anche molto utile per riscaldare i muscoli, ad esempio prima di uno sforzo - un concorso - soprattutto durante la stagione fredda.
Ingredienti:
800 g di grasso di maiale,
200 g di canfora in polvere.
Preparazione: mescolate con cura la canfora con il grasso di maiale fino ad ottenere un impasto omogeneo. Riscaldate il tutto a bagnomaria in modo che l'unguento diventi abbastanza liquido.
Uso e dosi: applicate l'unguento massaggiando per qualche minuto fino a quando la parte non si sarà scaldata.

 

Problemi bronchiali:

Abbiamo già visto come il cavallo sia sensibile ad affezioni di carattere bronchiale e a tosse, soprattutto se è abituato a vivere in una scuderia riscaldata e non fa un esercizio costante. Le ricette proposte qui sono coadiuvanti della terapia che dovrà mirare all'eliminazione delle cause che hanno portato alla malattia.

TINTURA D'AGLIO: semplice rimedio che si dimostra particolarmente efficace nelle malattie da raffreddamento. Se ne può preparare una dose abbondante che, se tenuta in una bottiglia ben tappata può durare fino ad un anno - vi consiglio perciò di applicare un'etichetta con la data di preparazione.
Ingredienti:
150 g di aglio fresco a pezzi
600 g di alcool etilico
Preparazione:mettete l'aglio in un vaso e copritelo con l'alcool, tappate e lasciate in infusione per una decina di giorni, agitando il vaso ogni giorno. Filtrate quindi il preparato e mettetelo in una bottiglia scura ben tappata. Conservatelo al fresco.
Uso e dosi:mettete 5-6 gocce di tintura nel cibo del cavallo una volta al giorno fino alla scomparsa dei sintomi del raffreddamento.
SENAPISMO: si tratta di uno dei più antichi rimedi contro le malattie polmonari e la pleurite. Consiste in un impasto a base di senape da applicare sul torace del cavallo malato.In caso di laringite si applica sulla gola.
Ingredienti:
3 kg di farina di senape
acqua tiepida a 37/38 °C quanto basta.
Preparazione: si fa una pasta semifluida aggiungendo acqua alla farina di senape.
Uso e dosi: si distende uno strato di 2 cm circa su di una pezza e lo si applica alla parte tenendolo in posizione più a lungo possibile per mezzo di fasciature.
PASTA ESPETTORANTE: altro preparato "povero" ma efficace come espettorante, utile cioè per liberare i bronchi affetti da catarro.
Ingredienti:
2 l di latte
300 g di cipolle bianche tritate
2 spicchi d'aglio
100 g di miele
crusca quanto basta.
Preparazione: fate bollire il latte con dentro le cipolle tritate e l'aglio per 10 minuti circa. Fate raffreddare un po', filtratelo e aggiungete il miele e la crusca, mescolate bene fino ad ottenere una pasta omogenea.
Uso e dosi: datelo da mangiare al cavallo al posto del pasto serale, anche per più giorni.

 

Problemi oculari:

L'occhio del cavallo, così sporgente, è continuamente esposto a possibili ingiurie, corpi estranei, polvere, sabbia. La cura dell'occhio è, perciò, di primaria importanza per la piena efficienza del cavallo. Non potevano, quindi, mancare delle ricette dedicate all'organo della vista.

LOZIONE OFTALMICA: serve a lavare l'occhio del cavallo quando questo si presenta rosso e lacrima.
Ingredienti:
30 g di malva
2 g di allume
2 g di canfora
1/2 L d'acqua
Preparazione: fate un decotto lasciando in infusione per 10 minuti la malva nell'acqua calda, strizzate le foglie, filtrate e lasciate raffreddare. Aggiungete gli altri ingredienti e mescolate bene. 
Uso e dosi: lavate delicatamente l'occhio facendo un impacco con la lozione che lascerete in loco per qualche minuto.
COLLIRIO ASTRINGENTE: ottimo collirio naturale particolarmente utile quando nell'occhio del cavallo è finito un qualche corpo estraneo.
Ingredienti:
50 g di foglie di piantaggine
15 g di corteccia di quercia in polvere
5 g di sale da cucina
1 L di acqua
Preparazione: scaldate l'acqua e scioglieteci il sale, mettete quindi in infusione la piantaggine e la quercia e lasciatele macerare per 15 minuti circa. Filtrate e lasciate raffreddare.
Uso e dosi: imbevete un panno nel collirio e tenetelo a mo' di impacco sull'occhio per qualche minuto, quindi lavate con ancora un po' di collirio. A questo punto il corpo estraneo dovrebbe essere uscito.

 

Per i Piedi:

Per il cancro del fettone:
LIQUIDO DEL VILLATTE/VERDE RAME:

Solfato di rame                   1 parte
Solfato di zinco                   1 parte
Acetato basico di piombo   2 parti
Aceto bianco                    15 parti

N.B. : E' preferibile far preparare la soluzione al farmacista, in ogni caso sia nella preparazione che nell'utilizzo della soluzione si raccomanda l'uso dei guanti protettivi in quanto solfato di rame e acetato di piombo sono tossici. E' inoltre meglio stare attenti a non sporcarsi i vestiti: l'aceto è un fissatore naturale, eventuali macchie non andranno più via!

-Lavare bene con acqua il piede sopra e sotto
-Applicare acqua ossigenata
-Asciugare con carta monouso
-Bagnare con un po'  di soluzione dell'ovatta pulita e infilare col curasnetta in fondo alle lacune
-Ripetere una volta al dì
-Lavorare il cavallo tutti i giorni
-Assicurarsi che la lettiera sia asciutta e pulita
 

Un'altra ricetta più semplice è una soluzione satura di aceto bianco e solfato di rame, con le stesse raccomandazioni e modo d'uso della ricetta precedente.
Vedi anche la ricetta seguente.

Per pulire lo zoccolo, ma anche per mantenerlo elastico e, quindi prevenire setole e altri danni. Si presta anche alla disinfezione del piede, in particolare del fettone.
LIQUIDO DI PULIZIA:
Ingredienti:
15 g di solfato di rame
15 g di solfato di zinco
5 g di allume
200 g di aceto
Preparazione: sciogliete i solfati nell'aceto, aggiungete l'allume e agitate con vigore.
Uso e dosi: in caso di cancro al fettone disinfettate lo zoccolo ogni giorno, altrimenti passate il liquido ogni 2-3 giorni.

Per la cura giornaliera dello zoccolo:
UNGUENTO PER ZOCCOLI:
Ingredienti:
200 g di cera d'api,
300 g di pece liquida,
1 Kg di grasso di pecora,
1 kg di grasso di maiale.
Preparazione: fate sciogliere il tutto scaldandolo a bagnomaria e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Uso e dosi: spalmatelo sullo zoccolo una volta al giorno.

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Fieno :


Fieno 

 

"I fieni, come noto, derivano dalla trasformazione delle erbe che
sottoposte a particolari operazioni possono successivamente essere
immagazzinate a conservate al fine di utilizzarle come alimento principale o integratore in carenza di pascolo.

Il contenuto in principi nutritivi a la digeribilita' del fieno sono legati
allo stadio di maturazione delle erbe al momento della fienagione. Si e' fatto rilevare come con l'avanzare dello stadio vegetativo aumenti il
contenuto in fibra grezza, diminuendo nel contempo le proteine, i sali
minerali e la stessa digeribilita'.

I metodi di fienagione, imballatura a conservazione influiscono
notevolmente sulla qualita' e di conseguenza sul valore nutritivo dei fieni.

Il loro valore alimentare e commerciale e' da valutare in ordine alla
composizione botanica ed analitica, al colore, all'odore, allo stato di
conservazione, all'invecchiamento. Si basa pertanto su caratteristiche
organolettiche (aspetto, odore, consistenza, impurità), botaniche
(composizione floristica) a chimiche (contenuto in proteina grezza, fibra grezza, sali minerali, ecc.).

Le operazioni di fienagione e conservazione comportano calo del valore
nutritivo del fieno rispetto all'erba per effetto dei processi respiratori
durante la fase dell'essiccamento, dei processi fermentativi, della perdita in foglie e semi. Da considerare infine la minore digeribilita a l'aumento del lavoro di masticazione a di assimilazione richiesto da questo alimento con conseguente maggiore dispendio di energie da parte del soggetto alimentato.

In riferimento alla composizione floristica i fieni si distinguono in
polifiti provenienti da prati naturali a prati-pascoli e di leguminose
(medica, trifoglio, lupinella, ecc.). Riferiti al taglio assumono il nome
di maggengo, agostano, terzuolo.

I fieni provenienti da prati naturali e prati-pascoli possono presentare
una larga variabilita' delle caratteristiche organolettiche e nutritive
legate, oltre alle gia' citate operazioni di raccolta, anche e molto
strettamente alla loro natura polifita. Come noto la composizione
floristica e' strettamente correlata all'andamento climatico stagionale,
che può favorire o meno la vegetazione delle diverse specie.

I fieni di leguminose sono caratterizzati da una maggiore ricchezza
percentuale in proteine (mediamente 7-12% di proteina digeribile contro il 4-6% del polifiti) ed una relazione nutritiva piuttosto stretta 1:3 - 1:5, quella dei polifiti oscilla fra 1:8 - 1:10.

Sono inoltre molto ricchi di calcio in forma fortemente assimilabile, di
caroteni e vitamine del complesso B.

Nel caso in cui l'allevatore sia costretto all'acquisto di fieno occorre
tenga presente alcuni criteri di esame che, anche senza il ricorso ad
analisi chimiche, possono dare sufficienti garanzie di buona valutazione del prodotto acquistato. L'esame deve essere accurato e puntare al rilievo dei:

a) caratteri botanici per il riconoscimento della composizione floristica
sia per valutarne la ricchezza e di conseguenza il valore nutritivo, sia
per assicurarsi che cattive foraggere quali piantaggini, gramigne, giunchi ed altre siano presenti in quantita' irrilevanti. E da escludere infine la presenza di piante dannose per la loro tossicita': ranuncoli, ellebori, belladonna, ferula, ecc.

b) caratteri organolettici quali :

- il colore: pur variabile a seconda della composizione floristica, nel
fieno di buona qualita' e' verde chiaro, piu' intenso quello delle leguminose.

- l'odore e' elemento importantissimo. Quello tipico e' fragrante,
gradevole. La presenza di labiate (timo, salvia, menta) lo accentua
notevolmente. Odori sgradevoli di muffa, di catrame, di riscaldato, di
marcio devono far valutare negativamente il fieno in esame.

- la consistenza: un buon fieno deve essere tenero, morbido, ricco di
foglie, senza steli duri. Da respingere fieni grossolani, poveri di foglie,
con steli legnosi, che abbiano subito i danni conseguenti a pioggie e umidita'.

- l'impurita: da respingere fieni contenenti terra o altri corpi estranei
dovuti a cattiva raccolta, muffe, acari, detriti. Tali fieni sono
particolarmente pericolosi nel cavallo perche' provocano gravi irritazioni laringee e bronchiali, a lungo andare possono determinare anche enfisema polmonare. L'accumulo di terra e sabbia net tubo digerente e' frequente causa di gravi coliche.

Nell'alimentazione del cavallo e' molto apprezzato il fieno di prati
polifiti del taglio maggengo.

La percentuale delle leguminose, specie dei trifogli, non deve essere
eccessiva ad evitare possibili disturbi digestivi. Tra i fieni di
leguminose il piu' adatto, anche se piu' raro, e' ritenuto quello di
lupinella, che pur avendo un contenuto proteico piu' basso non provoca
meteorismo ed i sopra accennati disturbi.

Si possono concludere queste brevi note dedicate ai foraggi [parte
precedente del capitolo ndr] riassumendo la loro importanza
nell'alimentazione del cavallo per l'apporto di volume, di sostanze
energetiche e proteiche, di vitamine a sali minerali. Come gia' ricordato la parte preponderante dell'energia è fornita dalla trasformazione delle cellulose.
Il fieno inoltre e' uno degli alimenti piu economici.

I polifiti costituiscono i fieni ideali per la loro interazione. Le
leguminose infatti forniscono alla razione una buona componente proteica,mentre le graminacee condizionano l'effetto irritante, meteoritico e lassativo delle prime.

Del tutto sconsigliabili sono gli insilati che per l'abbondante contenuto
in sostanze tossiche derivate dalle fermentazioni incidono negativamente sulla funzionalita' del delicato apparato gastro-enterico del cavallo."

 

Per il pascolo dice:

"Il pascolo ideale per il cavallo e' rappresentato da un equilibrato
miscuglio di graminacee e leguminose. Fra le prime molto appetite le poe,
le festuche, le fleo, i logli [e qui siamo sul rye-grass...]. Fra le
leguminose di grande valore nutritivo le mediche ed i trifogli. Minore
importanza riveste la presenza di altre famiglie: composite, ombrellifere,
crucifere, molto spesso scartate durante il pascolamento ed appetite solo
dopo affienatura."

Parlando invece del fieno (prato):

"....Nell'alimentazione del cavallo e' molto apprezzato il fieno di prati
polifiti del taglio maggengo.
La percentuale delle leguminose, specie dei trifogli, non deve essere
eccessiva ad evitare possibili disturbi digestivi. Tra i fieni di
leguminose il piu' adatto, anche se piu' raro, e' ritenuto quello di
lupinella, che pur avendo un contenuto proteico piu' basso non provoca
meteorismo ed i sopra accennati disturbi."

Infine ancora sulla "sulla" (dalla EST):

"Sulla (Hedysarum coronarium). E' una specie rustica, particolarmente
resistente alla siccita', non invece al freddo. Vegeta bene soltanto in
presenza di Batteri simbionti localizzati sulle radici. Questa foraggera
predilige terreni argillosi e occupa il terreno per due o tre anni,
alternandosi per lo piu' con colture di cereali."


 

                                          


 

"Fieno e erba.
II fieno e' erba verde di varie specie, che e' stata tagliata a fatta
seccare in un fienile. Questa essicazione causa un notevole cambiamento
nelle proporzioni dei suoi componenti: in particolare gli alimenti
energetici accrescono la loro importanza a aiutano notevolmente la
digestione. Gli elementi costruttori di muscoli aumentano anch'essi mentre
il contenuto di acqua scende di colpo.

Roger Pocock, che viaggio' con un cavallo da tiro dal Canada alla
California, noto' che l'erba maturata ed essicata dal sole aveva costituito
un alimento sufficiente per il suo cavallo nel corso di tutto il viaggio,
terminato in buone condizioni.

I cavalli montani e di brughiera si sviluppano vigorosi pur cibandosi
soltanto di fieno, senza aggiunte di avena o di altri cereali.

Nonostante tutto, il fieno non e' sufficiente per quei cavalli che
sostengono una grossa mole di lavoro o per cavalli di grandi proporzioni.
Questo alimento infatti, non essendo concentrato come l'avena, "riempie"
molto. Le sue funzioni, oltre a quelle di contribuire alla costruzione dei
tessuti a aIla creazione di energia, consistono nell'aggiungere volume al
pasto e nell'aiutare la digestione.

Il fieno inglese e' generalmente di due tipi: da prato e da seme.

Il fieno da prato viene ottenuto da un terreno destinato a quello scopo da
molto tempo.

Il fieno da seme invece e' seminato a rotazione e si puo' lasciare per uno,
due o tre anni. Viene valutato a seconda dal numero di anni.

Il fieno da prato contiene una gran varieta' di erbe ed ha un suo tipico
aroma; molti pensano, compreso l'autore, che sia insuperabile. Il fieno
puo' provenire da prati artificiali (di erba medica, di sulla, di
lupinella) a da prati naturali (e allora e' piu vario e nutriente). I
migliori fieni sono quelli tagliati su prati ad alte quote.

Il fieno raccolto in maggio si dice maggeno ed e' il migliore. Quello
raccolto in agosto si chiama agostano o di secondo taglio. Il terzuolo o
settembrino non e' di buona qualita e non viene usato per i cavalli (n.d.t.).

Il fieno da seme contiene una quantita' minore di erbe vere e proprie, ma
una quantita' notevole di altre specie di erbaggi. Quasi sempre e' piu'
coriaceo del fieno da prato e cresce abbondante. Generalmente e' migliore,
quanto a potere nutritivo, rispetto a quello da prato. Il buon fieno deve
essere verdastro o di colore bruno pallido (ma non giallo), croccante ma
non facile a rompersi nella mano, di gusto zuccherino. Inoltre dovrebbe
avere quella ben nota fragranza che sempre associamo all'erba appena tagliata.

Le erbe devono essere fiorite e tagliate prima della formazione dei semi.
Non vi devono essere muffe o tracce di sporcizia. Evitate il fieno nerastro.

Se non potete immagazzinare una grande quantita' di fieno, cioe' piu' o
meno una tonnellata, la miglior soluzione consiste nel comprare il fieno in
una volta sola ma di lasciarlo nel fienile, facendovene mandate solo un po'
alla volta.

Il miglior fieno da comprare e' quello vecchio con piu' di 6 mesi e meno di
diciotto. Il fieno giovane e' piu' soffice e piu' dolce e contiene piu'
erba che il vero fieno; dopo 18 mesi la qualita' del fieno comincia a
deteriorarsi a scapito del potere nutritivo.

Dovete stare attenti nell'ordinare il fien, perche' se fate l'ordinaziane,
diciamo alla meta' di ottobre, potete ottenere il fieno dell'estate,
tagliato in giugno e percio' piu giovane di 6 mesi almeno e il commerciante
sara' giustificato e onesto nel considerarlo fieno invecchiato. La ragione
di cio' sta nel fatto che si deve fissare una data, arbitraria quanto si
voglia, per separare il fieno vecchio da quello nuovo: il giorno e' il 29
settembre, festa di San Michele, che fa diventare "vecchio" il fieno.
Percio' indagate sempre sul periodo in cui e' stato tagliato.

Il fieno viene somministrato in due modi: Iungo, come supplemento della
razione ordinaria, oppure trinciato e mischiato ad una razione di granaglie.

La paglia puo' essere talvolta impiegata in sostituzione del fieno, nel
qual caso deve essere paglia di avena. Non ha un gran potere nutritivo, ma
contiene molte fibre legnose che sono pure utili.

Dovrebbe essere somministrata al cavallo sminuzzata, non lunga, come
supplemento al posto del fieno se il cavallo mangia molta avena, diciamo
cinque chili, essendo in tal caso migliore del fieno dal punto di vista
della sua digestione.

Il cibo verde, formato dalle erbe verdi che poi costituiscono il fieno (
l'erba medica, la lupinella, il trifoglio ) si puo' mescolare con gli
alimenti ordinari in primavera e in estate, ma solo in piccole quantita' e
gradatamente. Tutto il cibo verde ha un effetto lassativo e il cavallo ci
si deve abituare gradatamente. Esso viene ovviamente usato come premio e
come leccornia, al pari delle carote, delle mele e degli zuccherini.

L'erba medica e' uno degli alimenti migliori. Se avete un pezzo di terra
coltivato a erba medica vicino alla scuderia, ne trarrete un sicuro
vantaggio. Sia come erba che per fieno, l'erba medica deve essere tagliata
prima della fioritura, durante la quale perde la maggior parte delle sue
qualita' nutritive."


 
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